Ananas ad Arte
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Oggi vogliamo accogliervi in un salottino di eccezionale eleganza. La magnifica tappezzeria che lo impreziosisce con rami fioriti, uccelli esotici ed ananas superbi, riproduce una tela stampata nel 1777 ed oggi conservata al Musée de la Toile de Jouy a Jouy-en-Josas, nell'Île-de-France.
Chiamata "Toile au Grand Ananas" in onore del suo maestoso protagonista, questo capolavoro è stato scelto per la ristrutturazione degli appartamenti privati della regina Maria Antonietta a Versailles, riaperti al pubblico nel 2023 dopo un lungo e accuratissimo lavoro di restauro e valorizzazione iniziato nel 1985.
Ricordiamo che i tessuti "toile de Jouy" ebbero un successo straordinario tra la seconda metà del Settecento e il periodo napoleonico, in qualità di interpreti del gusto decorativo dell'epoca. Una varietà infinita di motivi a stampa su capi di vestiario, tappezzerie e porcellane invase la città dei Lumi con scenette pastorali, cineserie, quadretti galanti ispirati ai dipinti di Fragonard e Boucher, divenuti ormai un trend assoluto negli ambienti più in vista del bel mondo parigino.
Quella stessa élite raffinatissima che - in nome della moda - non disdegnava di vestire abiti usciti da un bagno di... letame bovino! Proprio così, il letame era necessario al processo di lavorazione delle stoffe perché serviva a rimuovere i tannini, i mordenti e i residui di tintura sfuggiti al fissaggio. Noblesse oblige, mesdames et messieurs.
Un abito del 1785 in toile de Jouy (Courtesy of the Musee Oberkampf).
Ma torniamo al protagonista della nostra storia, un soggetto artistico tra i più popolari e sorprendenti: sua maestà l'Ananas.
La prima monografia sull'ananas: "Commentatio de Ananasa"
di Michael Friedrich Lochner, 1716.
CONQUISTADOR DEL VECCHIO MONDO
La più antica rappresentazione a noi nota in ambito europeo si deve a Jacopo Ligozzi, pittore veronese che nella seconda metà del '500 ritrasse un bell'esemplare di ananas in due tavole botaniche quasi identiche, una conservata alla Galleria degli Uffizi a Firenze e l'altra alla Biblioteca Universitaria di Bologna.
Jacopo Ligozzi, Ananas. Gabinetto Dei Disegni E Delle Stampe Degli Uffizi, Firenze (Inv. 1931 O).
Passerà un altro secolo prima che i pittori potessero immortalare esemplari domesticati in Europa. Autentiche rarità che, ci teniamo a sottolineare, valevano una fortuna ed erano appannaggio esclusivo dei ricchi ed eccentrici buongustai dell'epoca.
I più audaci non tardarono a lanciarsi nella sperimentazione di lussuosi (e talvolta poco invitanti) dessert. È il caso della celebre insalata di ananas e tartufi citata da Marcel Proust nel romanzo "À l'ombre des jeunes filles en fleurs": il marchese di Norpois la mangerà con galante sforzo, sottomettendosi al dovere come fosse un "oukase", vale a dire un vero e proprio diktat!
Un'insalata di ananas e tartufi
Le prime rappresentazioni artistiche del nostro esotico protagonista si devono ai pittori olandesi Hendrick Danckerts nel 1675 e Jan Weenix che nel 1694 ritrasse l'ananas coltivato dalla studiosa di botanica Agneta Block nella storica tenuta di Vijverhof, non lontano dalla cittadina di Nieuwersluis.
Agneta Block col marito Sijbrand de Flines e le figlie di lui, Anna ed Elisabeth. Sullo sfondo la tenuta di Vijverhof e in basso a sinistra la pianta di ananas.
Al 1733 risale invece il dipinto del francese Jean-Baptiste Oudry sul primo ananas cresciuto a Versailles.
Le tre opere commemorano tutte degli eventi eccezionali, vale a dire i primi successi di coltivazione della preziosa pianta lontano dalla sua terra di origine.
Nel quadro di Hendrick Danckerts vediamo il giardiniere reale John Rose che offre orgogliosamente a re Carlo II il primo ananas made in England.
H. Danckerts, 1675: John Rose presenta a re Carlo II il primo ananas inglese.
Allo stesso modo, Jean-Baptiste Oudry ritrasse il primo ananas francese, nato dalle cure di Louis le Normand che fu giardiniere di Luigi XV a Versailles. Ci vollero quasi tre anni perché il frutto giungesse a maturazione e purtroppo non sappiamo chi lo assaggiò o se il suo gusto rispondesse alle aspettative. È certo però che il quadro fu molto apprezzato da Maria Antonietta che gli riservò un posto speciale nel suo "Cabinet doré".
Jean Baptiste Oudry, Ananas in vaso su plinto di pietra, 1733.
Photo (C) Château de Versailles, Dist. RMN-Grand Palais / Christophe Fouin
In epoca precolombiana l'ananas era già ampiamente diffuso allo stato selvatico in gran parte del Sud America. Purtroppo sugli inizi della sua coltivazione non abbiamo ancora dati precisi. La storica inglese Francesca Beauman ipotizza che le prime piantagioni abbiano preso avvio quando le popolazioni amerindie dell'Amazzonia divennero stanziali, ciò accadde intorno al 2000 a.C.
Il frutto dell'ananas era apprezzato non solo per la sua bontà ma anche per le proprietà terapeutiche e la preparazione di bevande fermentate. Cresceva insieme ad altre prolifiche colture come le arachidi e le patate ed era particolarmente adatto alla vinificazione grazie al suo alto tasso zuccherino. Era inoltre disponibile per tutto l'anno il che ne aumentava il valore in termini di produttività e utilizzo. Dalle foglie della pianta si ricavavano fibre molto resistenti che potevano essere lavorate e intessute. La fibra di ananas era il materiale più comunemente usato per le corde degli archi.
Ancora oggi il vino ottenuto dal mosto di ananas è molto popolare in Florida e California, in Thailandia, Polinesia e nel sud-est asiatico. Con una gradazione che può variare dai 10° ai 12° è una fresca prelibatezza, eccellente da gustare con tapas, tempura e carni in agrodolce.
Anche l'origine del nome "ananas", che pare derivi dalle lingue Tupí-Guaraní, è un richiamo alla sua inconfondibile fragranza: "nanà" infatti significa " profumo". Cristoforo Colombo lo assaggiò per la prima volta nel 1493 in Guadalupa e ne rimase deliziato. Cercò quindi di importarlo nel Vecchio Mondo ma i lunghissimi tempi di trasporto finivano col rendere il frutto inadatto al consumo. Non per nulla Carlo V si rifiutò di mangiarlo, tanto doveva apparire poco allettante dopo un lungo viaggio sballottato in stive maleodoranti ed esposto all'attacco di insetti, roditori, muffe e batteri. Oggi il trasporto degli ananas freschi avviene in container refrigerati, con impianti di ventilazione per mantenere uniforme la diffusione del flusso d'aria e confezionato in speciali imballaggi, sanificati per uso alimentare.
La diffusione dell'ananas nel Vecchio Mondo fu possibile grazie alle intense attività commerciali dei navigatori portoghesi e olandesi che lo introdussero nelle regioni con le condizioni climatiche più favorevoli alla pianta. Poco dopo il 1502 era già presente sull'isola di Sant'Elena, al largo delle coste angolane, mentre in India fu importato intorno alla metà del '500.
E sempre a proposito dell'India, nel 1596 il mercante olandese Jan Huygen van Linschoten menzionò il largo successo dell'ananas la cui eccellente produttività ne aveva reso i costi d'acquisto molto più accessibili.
Una tavola dell'Itinerario di Jan Huygen van Linschoten: oltre all'ananas si vede il jambus (mela d'acqua), il mango, l'anacardo, il nangkas (jackfruit) e il gambier.
Ancora ai portoghesi si deve l'introduzione nelle regioni costiere dell'Africa, soprattutto in Kenya e Tanzania, tanto che in lingua swahili il nome "nanasi" fu adottato a partire dalla forma portoghese "ananás".
Persino in Cina, nel 1656, le piantagioni di ananas erano già così comuni che Michał Boym, un gesuita polacco, incluse gli ananas tra le specie autoctone nel suo trattato di storia naturale "Flora Sinensis".
Michał Piotr Boym, Flora Sinensis, 1656 (Bibliothèque Universitaire Moretus Plantin, Namur).
OGGETTO D'ARTE
Oggi l'ananas è per noi il frutto tropicale per eccellenza, il suo gusto e il suo profumo familiare ci evoca la gioia dell'estate, l'allegria dei chiringuito sulla spiaggia, l'atmosfera spensierata e vivace delle vacanze al sole.
Amato da artisti e designer di tutto il mondo l'ananas - un tempo simbolo di ricchezza ma anche di amicizia, ospitalità e festa - non smette mai di sorprenderci con le sue infinite risorse decorative e ispiratrici.
Per apprezzare tutto il suo valore d'intramontabile icona esotica ci piace ricordare un episodio emblematico, risalente al maggio 2017.
Ruairi Gray, uno studente scozzese di Business Information Technology alla Robert Gordon University di Aberdeen ebbe l'idea di introdursi all’interno della mostra universitaria "Look Again" mentre era ancora in corso la fase di allestimento. Insieme all'amico Lloyd Jack lasciò un ananas, comprato per una sterlina, sopra un tavolo. Dopo qualche giorno, tornando a visitare la mostra, i due scoprirono con grande divertimento che il loro ananas era stato messo in una teca di vetro ed esposto al pubblico come originale soggetto d'arte. Potenza delle suggestioni? Può darsi, di certo il nostro "Grand Ananas" è riuscito ancora una volta a guadagnarsi un posto d'onore, consono alla sua regale personalità.
Ruairi Gray/Twitter
Per chi desidera approfondire, ecco alcuni riferimenti bibliografici:
F. BEAUMAN, The Pineapple: King of Fruits, London 2011.
KAORI O'CONNOR, Pineapple: A Global History, London 2013.
G. SANEWSKI et al., The Pineapple: Botany, Production and Uses, CABI 2018.
Infine, il bellissimo libro di Lex Boon che vi consigliamo per una lettura rilassante e ricca di curiosità:
L. BOON, Ananas: Viaggio alla scoperta di un frutto sorprendente, Torino 2022.
7 commenti
Ma che bella idea questa di far lasciare a chi legge le proprie impressioni, il proprio pensiero . Innanzitutto vi faccio i complimenti per la ricercatezza e la cura che dedicate al ogni vostra “ creatura “ , storia ,curiosità legate ai vari soggetti .
Questo dell’ananas mi ha veramente stupito di quanto c’è dietro a questo ottimo frutto . Ah la Francia ,Parigi ..Versailles che mondo meraviglioso !! Ma quante belle informazioni storiche che farò mie .
PS Io lo uso spesso anche in cucina con questo suo gusto dolciastro si sposa perfettamente con la carne .
L’utilizzo del caso Ananas molti artisti hanno sfruttato l’elemento casuale come parte di un processo creativo.
L’utilizzo del caso ha portato a risultati sorprendenti e inaspettati , consentendo la realizzazione di opere uniche e originali.
A mio gusto trovo abbia una spirito giocoso .