Poliestere: chi era costui?

Poliestere: chi era costui?

Parafrasando il celebre interrogativo che Don Abbondio si pone nell'ottavo capitolo dei Promessi Sposi, vorremmo oggi raccontarvi la storia di uno dei materiali più diffusi del nostro tempo eppure sorprendentemente misconosciuto: il poliestere.

Protagonista di una vera e propria rivoluzione nell'industria tessile a partire dal secolo scorso, il poliestere è diventato oggi un formidabile campione d'incassi, utilizzato per una vastissima gamma di prodotti che oltre ai filati trova applicazione nella manifattura di resine termoplastiche per bottiglie e imballaggi (PET), vernici ad alta resistenza e durevolezza, pneumatici, accessori e carrozzerie di automobili, scafi di imbarcazioni fino ai più sofisticati componenti di apparecchiature elettroniche e strumenti per l'ingegneria biomedica.


Nato da una sostanza tutta naturale: il petrolio.

I poliesteri appartengono a una categoria di polimeri naturalmente presenti nel mondo vegetale e animale.
Poliesteri organici come cutina, cutano e suberina compongono la parete cellulare delle piante mentre i poliidrossialcanoati (vi sfidiamo a pronunciarlo in scioltezza!) sono prodotti da una grande varietà di ceppi batterici come risposta adattativa a stress di natura metabolica.

Micrografia del batterio E. Coli. In evidenza i granuli intracellulari di poliidrossialcanoati.

 

Anche il poliestere sintetico deriva da una delle materie prime più antiche e conosciute: il petrolio. Grazie a innumerevoli studi ed esperimenti l'industria moderna è riuscita a imitare la struttura chimica di questo composto organico, trasformandola in qualcosa di assolutamente unico e aprendo così la strada a innovazioni tecnologiche che hanno profondamente cambiato la qualità del nostro benessere.


Un percorso fortunato ma non facile.

Le prime ricerche sul poliestere si devono al chimico statunitense Wallace Hume Carothers e al suo staff che nel 1935 creò il celeberrimo Nylon per conto della ditta DuPont di Wilmington (Delaware), un nome destinato a segnare per sempre il futuro del settore tessile mondiale. 


 Wallace Carothers (1896-1937)

La E.I. du Pont de Nemours and Company era nata come fabbrica di polvere da sparo nel 1802. Il fondatore Irénée du Pont aveva maturato una solida esperienza nello studio e nelle applicazioni dei nitrati al Collège Royal di Parigi, diventando uno dei migliori allievi del grande Antoine Lavoisier. La sua precipitosa fuga in America - appena un mese prima dell'avvento al potere di Napoleone - fece la fortuna dei suoi discendenti. Una fortuna immensa.

 Éleuthère Irénée du Pont de Nemours (1771-1834)

 

La storia dei progressi nel campo dei filati innovativi procedeva intanto anche in Europa. In un piccolo laboratorio della compagnia tessile Calico di Manchester, i ricercatori inglesi John Rex Whinfield e James Tennant Dickson ripresero gli studi di Carothers sulle resine termoplastiche e nel 1941 riuscirono a sintetizzare la prima fibra in poliestere ottenuta dal polietilene tereftalato (PET): il Terylene. Dieci anni dopo il Terylene sbarcò in America grazie al lungimirante zampino della DuPont che se ne aggiudicò il marchio ribattezzandolo Dacron.

 

Negli anni '60 il Terylene ebbe un'ampia diffusione anche in Italia grazie al marchio Terital, commercializzato dalla ditta Rhodiatoce. Molti ricorderanno ancora il riuscitissimo spot televisivo che aveva come protagonista il soldato romano Caio Gregorio, uno dei più spassosi dei tempi di Carosello:

«Ave, so' Caio Gregorio, er guardiano der Pretorio!
Fa' la guardia nun me piace, c'ho du' metri de torace...»


Nonostante le potenzialità e i vantaggi che le nuove fibre a base di poliestere offrivano sul mercato non fu facile convincere il pubblico degli acquirenti ad accoglierle. La potenza del messaggio pubblicitario era la carta giusta da giocare nel bel mezzo del boom economico nato sulle ceneri del secondo dopoguerra.

 

E chi poteva giocarla nel modo migliore? Ancora una volta la DuPont, intenzionata a porsi come leader nel campo della produzione dei filati sintetici. Nei suoi show-room newyorkesi furono chiamati i più grandi rappresentanti del fashion e dello stile europeo, corteggiando soprattutto Parigi, da sempre al centro dell'universo modaiolo, per far presa sul vasto pubblico di Nuovo e Vecchio Mondo. Gli anni ’70 segnarono la svolta: il poliestere cominciò ad essere combinato con altri tipi di fibre nell'intento di aumentarne vestibilità e prestazioni. Fino a quel momento infatti i tessuti sintetici mancavano ancora di morbidezza e comfort, erano troppo caldi, perché non sufficientemente traspiranti, e causavano un mucchio di fastidi e irritazioni.

Oggi le fibre di poliestere possiedono un'elevata resistenza all'usura, allo stropicciamento, ai ripetuti lavaggi e all'attacco di muffe e batteri il che le rende perfette per realizzare tessuti tecnici e sportivi con elevati standard in fatto di comodità, prestazioni e sicurezza igienica.
Offrono inoltre un buon isolamento termico: le fibre di poliestere HCS, ovvero cave e siliconate, sono ideali per le imbottiture dei capi di abbigliamento invernale, di coperte, cuscini e materassi come ottima alternativa alle piume d'oca.

La sorprendente diversificazione degli usi garantiti dal poliestere può variare in modo significativo a seconda dello spessore, della sezione e della tecnica di lavorazione cui viene sottoposto. In tal modo è possibile ottenere tessuti incredibilmente leggeri, morbidi e traspiranti (come CoolMax) oppure particolarmente compatti pesanti e robusti per fabbricare vele nautiche, corde e capi tenacissimi a prova di macchie e strappi (Dacron).
Anche il famoso Alcantara - di cui l'Italia è eccellente produttrice - contiene il 68% di poliestere in microfibra. Soffice, liscio eppure dotato di grande forza nel sopportare trazioni e cedimenti trova il suo impiego ideale come rivestimento interno di veicoli, prestandosi però molto bene anche alla realizzazione di accessori moda, componenti d'arredo, hi-tech e persino bijoux.


Ed ora qualche dritta su lavaggi e cura del poliestere al 100%.

Per fare in modo che i vostri capi e cuscini di poliestere al 100% durino più a lungo, e mantengano i colori come nuovi, occorre lavarli separatamente da quelli che invece recano in etichetta una composizione di fibre diversa e colori non similari. Questo perché il puro poliestere non tollera temperature superiori ai 40°. È bene verificare sempre con attenzione le istruzioni presenti in etichetta prima di procedere con qualsiasi tipo di lavaggio.

Se si sceglie il lavaggio in lavatrice consigliamo di selezionare un programma specifico antipiega per tessuti sintetici.

Il poliestere ha notoriamente una buona resistenza agli alcali e agli acidi e quindi può sopportare l'azione chimica di candeggine e tensioattivi dal forte potere smacchiante.

Nel caso dei nostri cuscini però la raccomandazione è di evitare quanto possibile questi prodotti perché compromettono la qualità dei colori di stampa più che del filato. Un lavaggio in tutta sicurezza prevede quindi l'uso di detergenti delicati e temperature non superiori ai 30°, avendo cura di separare la federa dall'imbottitura dato che quest'ultima è lavabile soltanto a mano.

Infine, un'ottima soluzione per ridurre l'eventuale tendenza all'accumulo di elettricità statica è aggiungere al risciacquo un po' di un ammorbidente.

Il poliestere è un materiale che tende naturalmente a mantenere un tocco liscio e scorrevole. Se però desiderate passare il ferro da stiro per una finitura impeccabile occorrerà selezionare una temperatura medio-bassa, interponendo un panno di cotone fra la piastra e il capo da stirare - soprattutto se in microfibra - per evitarne la fusione.


Per chi desidera approfondire l'argomento e avventurarsi alla scoperta del meraviglioso regno dei tessuti ecco tre letture imperdibili:


※ Kassia St Clair, La Trama del Mondo. I tessuti che hanno fatto la storia, UTET 2019 (titolo originale: The Golden Thread. How Fabric Changed History, 2018).

※ Michela Finaurini, La Grammatica dei Tessuti, Gribaudo 2022.

Fibre, Tessuti e Moda. Storia, produzione, degrado, restauro e conservazione, a cura di E. Pedemonte, Marsilio 2012.


Buon cuscino a tutti!
Alessandra

Torna al blog

6 commenti

Bellissimo articolo, istruttivo, interessante nel contenuto e scritto in maniera simpatica… non stanca,si legge molto volentieri
E poi il carosello di Gregorio er fusto del Pretorio (ahimè …lo ricordo bene!) è esattamente come la ciliegina sulla torta. Brava Alessandra

Mariella Brighenti

Lascia un commento

Si prega di notare che, prima di essere pubblicati, i commenti devono essere approvati.

Collezione in Evidenza