Per lungo tempo messa da parte in nome di un'apparecchiata minimal e informale, la bella zuppiera di una volta sta tornando in auge con la forza della sua eleganza intramontabile. La storia della nostra protagonista incomincia con l'uso di portare in tavola pietanze in brodo nella stessa pentola di cottura. Antonio Latini - uno dei più celebri cuochi italiani del Seicento e pioniere della salsa al pomodoro - ne incoraggiava la pratica. Nel suo libro "Lo scalco alla moderna" l'autore ricorda infatti di aver spesso servito le sue ricche minestre "con tutto il tegame" poiché in questo modo "riescono di vista e miglior sapore" e poi "si possono spartire nei piatti".
In seguito la corte di Luigi XIV, il Re Sole, decretò l'ingresso trionfale della zuppiera nella cultura gastronomica dei secoli a venire. Autentici gioielli di porcellana cominciarono a diffondersi sulle tavole signorili di tutta Europa grazie all'estro creativo delle prime storiche case manifatturiere di Meissen, Nymphenburg, Sèvres e Limoges, Royal Copenhagen, Ginori, Wedgwood, Herend.
Da allora la zuppiera non ha mai smesso di sorprenderci con il suo fascino multiforme e poetico, piccola ma preziosa protagonista della nostra convivialità.
